il gruppo di continuità

Gli apparecchi elettrici, come i computer, possono essere protetti da sbalzi o da interruzioni dell’erogazione della corrente elettrica grazie al gruppo di continuità, noto anche come UPS (Uninterruptible Power Supply). Evitare perdite di dati non salvati, o peggio, guasti hardware dovuti a cause elettriche è possibile, ma ci sono alcune cose da sapere.

Tecnologia on-line e off-line

Gli UPS dotati di tecnologia on-line appartengono alla fascia di qualità più elevata, perché erogano costantemente corrente elettrica “stabilizzata” annullando di fatto i tempi di intervento in caso di sbalzo o interruzione. Questi gruppi vengono impiegati nella protezione di apparecchiature importanti o delicate, come il server. I gruppi off-line (noti anche come line interactive) invece intervengono esclusivamente nel caso si verifichino gli eventi di natura elettrica citati. I tempi di intervento seppure brevissimi, sono nell’ordine di qualche millisecondo, pertanto si creano dei “buchi” di erogazione che hanno poca importanza per le apparecchiature meno importanti, come il PC domestico. I gruppi off-line hanno costi produttivi inferiori, vista la tecnologia meno sofisticata, pertanto la loro diffusione è maggiore incentivata dai costi di acquisto più bassi, ma la scelta del gruppo ha parametri che devono andare al di là del semplice prezzo.

Criteri di scelta dell’UPS

Il primo criterio nella scelta del gruppo di continuità è la potenza del carico da alimentare. Questo valore è dato dalla somma delle potenze delle singole apparecchiature da proteggere. Un esempio può essere il PC fisso, che è composto dall’unità centrale e dal monitor. Normalmente un PC medio ha un assorbimento di circa 350W massimi e il monitor attorno ai 30W, pertanto il gruppo di continuità dovrà essere una capacità di almeno 380W, che si traducono in circa in 500-600VA (VoltAmpere), l’unità di misura che identifica i diversi modelli di UPS. È prudente sovradimensionare l’UPS affinché possa essere più efficace in caso di necessità.

Il secondo parametro è la corrente di spunto del carico, nota anche come corrente di picco, e rappresenta il parametro più critico nella scelta del dimensionamento del gruppo di continuità. Alcuni apparecchi, come le lampade di emergenza, possono assorbire correnti di spunto molto più elevate della corrente nominale (anche 7 volte tanto), pertanto bisognerà considerare se il sovraccarico  sopportabile dall’UPS (normalmente fino ad un 150%) è in grado di gestire il picco, oppure sarà necessario dotare la struttura di un UPS dai valori di VA adeguati.

L’autonomia di erogazione è un altro parametro importante, in quanto la quasi totalità dei gruppi di continuità offre circa 7-15 minuti di autonomia al 70-80% del carico. Ciò significa che l’UPS mantiene in funzione l’apparecchio protetto per il tempo necessario per effettuare le operazioni di chiusura e spegnimento del PC. Nel caso di un server la situazione è più complessa, perché in alcune situazioni l’autonomia standard non è sufficiente a garantire spegnimenti controllati, pertanto bisogna pensare a gruppi con autonomie estese a periodi più lunghi. I gruppi di categoria superiore, come la maggior parte degli on-line, offre la possibilità di estendere l’autonomia (in sostanza, di aggiungere batterie) senza dover sostituire il gruppo di continuità stesso. È inoltre fondamentale verificare lo stato delle batterie del gruppo, perché influenza l’autonomia dell’UPS. Purtroppo le batterie sono sottoposte a stress, pertanto le prestazioni del gruppo possono diminuire nel tempo.

Molti dei gruppi di continuità in commercio sono dotati di display LCD che danno molte informazioni sullo stato di funzionamento (come lo stato di carico e la carica delle batterie), molto utile per capire se il nostro gruppo è correttamente dimensionato.

Quanto scritto nel presente articolo ha lo scopo di dare delle informazioni di carattere generale sui gruppi di continuità. Per eventuali approfondimenti e analisi di casi particolari, non esitate a contattarci ai soliti recapiti.

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